UNCEM PIEMONTE UNIONE NAZIONALE DEI COMUNI DELLE COMUNITA' E DEGLI ENTI MONTANI
Delegazione Piemontese

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Presidente Colombero, sono passati quasi sette mesi dalla sua elezione. Come sono stati?
Il lavoro di Uncem in questi mesi complessi, ancora di pandemia ed emergenza sanitaria, è proseguito intensamente, tra molti progetti europei e ovviamente, in prima battuta, l’azione istituzionale. Abbiamo lavorato con la Regione per l’attuazione della legge montagna regionale, ho avviato un incontro sui territori con le Unioni montane, con i Sindaci. E proseguo. Giunta e Consiglio hanno consolidato i rapporti e siamo pronti a una seconda parte dell’anno intensa. Ci sono molti progetti che permettono di consolidare un’azione forte a vantaggio dei territori.

Oggi è la festa della Repubblica. Come si apre il secondo semestre dell’anno?
Certamente all’insegna dei valori fondanti la Repubblica, della Costituzione, che nell’articolo 44 riconosce la specificità della montagna. Quando nel ’46 venne votata la Repubblica, il Paese era lacerato dalla guerra. Tutto era ancor più difficile e drammatico. Ma con la coesione e la forza delle comunità dei territori si è usciti dalla fame e dal dramma del fascismo e della guerra. Anche oggi servono coesione e forza delle comunità. Ma nessuno può rimanere indietro.
Cosa significa, nel concreto?
Mi pare di poter dire che anche i territori dove ci sono stati negli ultimi decenni minori attenzioni delle Istituzioni, che si sono concentrati nelle zone urbane, si approntano progetti affinché anche lì, nell’80% del paese che è rurale, montano, “interno”, si generano opportunità di sviluppo, si riorganizzano i servizi, si consente alle persone di restare. La pandemia ha acceso dei riflettori su queste aree che per Uncem e in particolare per il Piemonte che vive lì non sono certo una sorpresa. Se altri pezzi di Paese si sono accorti che esistiamo… bhé allora la politica deve agire di conseguenza. Le Istituzioni centrali e regionali devono fare la loro parte.
In che modo?
Dico subito che non è solo una questione di soldi. Risorse economiche negli ultimi anni ai Comuni sono arrivate. Molto più che in passate. Ma i Comuni piccoli sono sempre più fragili. E il tessuto delle Autonomie si è appunto infragilito. Occorrono misure regionali e nazionali per rafforzare il lavoro insieme tra Comuni, per spendere le risorse economiche che ci sono e che arriveranno. Per generare forze di territorio dove il campanile è sì importante, ma ancor di più lo diventa la capacità di lavorare insieme.
In questo processo, che fa la Regione?
Intanto in Piemonte abbiamo la miglior legge d’Italia per lo sviluppo della montagna. E questa Giunta con il Consiglio la stanno atttuando. Ci sono da fare i decreti attuativi e nel dialogo continuo con i Presidenti delle Unioni montane si costruiscono strategie e opportunità. Il Vicepresidente e Assessore alla Montagna e agli Enti locali Fabio Carosso stanno facendo un grande lavoro. Lo ringrazio insieme a al Presidente Cirio, alla Giunta, al Consiglio con il Presidente Allasia. Ma sia permesso di ringraziare gli uffici che stanno lavorando intensamente a fianco delle Unioni, con Uncem. In particolare Stefania Crotta, Direttore, e Chiara Musolino, Direttore del Settore Montagna, con tutto il loro staff. C’è un intenso e fitto dialogo, uno scambio continuo di pareri che sono preziosissimi.
Su quali temi ad esempio?
Sul rafforzamento delle Unioni montane. Tutti sappiamo che i piccoli Comuni nel lavoro insieme per i territori montani trovano la forza per essere essi stessi Enti e comunità. Si sta lavorando per le scuole di montagna, con nuovi modelli, e ringrazio l’assessore Chiorino. La Regione lavora su un bando per attrarre nuovi residenti nelle aree montane e ha accolto il nostro invito a legare questi contributi a un supporto per la creazione di impresa e di posti di lavoro. Anche sull’urbanistica e sulla pianificazione c’è un nuovo paradigma che punta sul lavoro insieme tra Comuni.
…Ma allora i piccoli Enti?
Sono decisivi, attenzione. I Comuni in italia come sancito dalla legge 158/2017 sono importantissimi. Con il Sindaco, il Municipio, gli Organi, i volontari, le Associazioni… ma dobbiamo sempre di più lavorare insieme tra piccoli e grandi enti. Dobbiamo rafforzare una collaborazione tra montagne e città, tra i “capoluoghi alpini e appenninici” del fondovalle e le valli stesse. Questi formano di fatto, nelle geografie, ambiti territoriali ottimali che vanno rafforzati. E sui quali poi costruire nuovi modelli di rapporto istituzionale. Ma guardiamo alle geografie senza perderci nelle burocrazie. L’ambito ottimale, tra Saluzzo e le Valli del Monviso, o tra Ivrea e le valli eporediesi, di fatto c’è. E questo ambito, anche secondo la Regione è l’unico possibile per programmare, pianificare, contrastare lo spopolamento e la desertificazione, fare investimenti, drenare fondi europei, partecipare ai bandi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
A proposito di PNRR, cosa state facendo?
Insieme a Uncem nazionale stiamo facendo formazione e informazione. Prima di tutto capiamo quel che c’è nel piano inviato a Bruxelles definiamo strategie di territorio. Ma prima dobbiamo, come Amministratori locali, essere informati e formati. Uncem ha questo ruolo. Proseguiamo nell’azione di coesione anche così. Ad esempio capendo come si fa una green communities. Che non è solo per le 30 che verranno finanziate dal PNRR con 140 milioni. Sarebbe riduttivo. La Strategia delle Green communities è per tutti, andando a plasmare e a rendere ancor più forte la Strategia per le Aree interne.
C’è contrapposizione tra le due Strategie?
Assolutamente no. Occorre però che i quattro territori piemontesi che sono tra i primi 72 “progetti pilota” SNAI azionino le progettualità e i Comuni diano seguito a quello che era stato impostato. La Regione svegli l’Agenzia della Coesione e chi oggi non sta firmando gli Accordi di Programma Quadro. Ma già ora i territori non hanno alibi. Al posto di discutere, analizzare, anche scontrarsi al loro interno, diano seguito subito a quanto già possono fare. Uncem è al loro fianco. Il Piemonte deve recuperare il tempo perduto.
Anche sui vaccini? Lei crede ad esempio che la montagna sarà covid free?
Dai dati che leggo il Piemonte è una delle Regioni più virtuose. E ringrazio il Presidente Cirio, con il Commissario Figliuolo per quanto si sta facendo. Di certo rendere la montagna covid free è importante in vista dell’estate che avrà importanti flussi turistici verso Alpi e Appennini. Cirio è stato il primo in Italia a lanciare la proposta operativa di una montagna covid free e ha fatto un lavoro intenso con i Sindaci proprio in queste ultime ore. Azione alla quale Uncem ha partecipato ed è pronta a lavorare per agevolare la campagna vaccinale nei piccoli Comuni montani. D’altronde nessuno può dimenticare che era stata proprio Uncem a spingere sui camper vaccinali per i Comuni montani. Siamo stati i primi, a dicembre 2020. Poi sono stati seguiti altri meccanismi, con le fasce di età e gli hub, importanti, aperti anche nelle valli. Ma di fatto, quell’idea dei camper per la montagna oggi è stata ripresa e positivamente declinata. Cirio e la Regione hanno in Uncem un supporto istituzionale e operativo sui vaccini come su altri fronti.
Ad esempio? Quali?
Turismo, ad esempio. Lavoriamo con l’Assessorato, la Direzione la DMO Visit Piemonte su molti progetti. Occorre far crescere nei territori montani piemontesi la percezione delle opportunità e con i tour operator organizzare l’incontro tra domanda e offerta. Ci sono tour operator piemontesi che stanno lavorando benissimo offrendo borghi, territori, scalate in bici, pacchetti turistici che portano un flusso di arrivi e presenze di qualità, che fa bene agli operatori, alle imprese alle valli.
Come è successo nella sua Val Maira?
La Val Maira è da trent’anni un buon modello di capacità di costruire un’offerta turistica, è vero. Ma senza cultura, valori, comunità, si sarebbe perdenti. La Val Maira non è l’unica e non è la sola. Pensiamo al grandissimo lavoro fatto dagli amici della Valsesia, anche con l’arrivo della tappa del Giro all’Alpe di Mera che ha mostrato la compattezza di quella valle. O pensiamo al nord del Piemonte, dove tra laghi e montagne, borghi e boschi, vi sono legami sempre più stretti. Tutte le valli stanno crescendo, ciascuna con la propria vocazione. Tutte sono forti e le speranze per l’estate sono buone.
La tragedia del Mottarone cosa ci lascia?
Tanta amarezza, ma sarà la Magistratura a far luce sulle cause e a individuare le responsabilità. Di fronte a tanta sofferenza dei famigliari delle 14 vittime ora si sta in silenzio. Uncem sta in silenzio ancora commossa. La tragedia ha toccato profondamente tutti noi. Il pensiero di tutti è a Eitan. Perché lui ha bisogno della forza di tutti. Siamo con lui. Uncem è una famiglia di Amministratori, di comuni, di comunità, che non può non guardare a chi soffre, ma anche a chi lotta e a chi vince.
Le ci crede, insieme a tanti Sindaci… vero?
Certo. Ce lo ha insegnato il Presidente Riba al quale va oggi il nostro abbraccio, a pochi giorni dal suo compleanno. Gli facciamo tutti gli auguri con la speranza di ripartire più forti, insieme, per una montagna che riparte, per tutti noi che usciamo speriamo definitivamente da un periodo drammatico. Ripartiamo più coesi. Con la montagna al centro.