COOPERATIVE DI COMUNITA’, COLOMBERO (UNCEM): “MOLTO IMPORTANTE LA LEGGE REGIONALE. AZIONE PER GARANTIRE SVILUPPO AI TERRITORI PARTENDO DALLA COMUNITA’ CHE RIGENERA E PLASMA I LUOGHI”
Cooperative di comunità per i territori montani, ma non solo. Anche per un quartiere urbano, ad esempio. Ma è nelle zone alpine e appenniniche, nei piccoli Comuni che questi nuovi modelli di impresa comunitaria sono determinanti. Uncem su questo fronte lavora da molti anni insieme a Confcooperative, che investe anche per la creazione di nuove Cooperative di Comunità. Con Giovanni Teneggi, Alessandro Durando, Massimiliano Monetti, Uncem – anche grazie all’organizzazione nazionale guidata da Marco Bussone – accompagna il lavoro di nuove Cooperative, con i Comuni che fanno da apripista, da collante, da spinta a soggetti privati che si uniscono nell’avventura.
“Dimentichiamoci la visione bucolica – aggiunge il Presidente Uncem Piemonte, Roberto Colombero – Dimentichiamoci paesini e borghi abbandonati o villette con i gerani, persone che non sanno cosa fare, senza un destino. Le Cooperative di Comunità sono imprese e devono fare impresa. Fare numeri, ma anche fare comunità. Sono concretezza, pensiero e azione. Sono innovazione e sono giovani che restano, che tornano, che vogliono plasmare quei luoghi. Giovani formati e con un chiaro disegno, che incrociano le comunità che già ci sono e insieme trasformano. Giovani e adulti, insieme, che vogliono produrre e dare nuovi servizi. Unendo ad esempio produzioni zootecniche, lattiero-casearie di altissima qualità, a digitalizzazione, stampanti 3D o makers nel borgo, fab-lab e co-working, accoglienza turistica, centri multiservizio e negozi multifunzionali. Sono modernizzazione e sono futuro”. Quella del Piemonte non è e non deve essere una legge “tanto per avere una legge”, secondo Uncem: questa legge è un atto sociale, prima ancora che giuridico, di visione e di interpretazione della realtà, dei territori, del nostro futuro. “La legge regionale spinge le Cooperative di Comunità e ora aspettiamo la legge nazionale – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem – che deve fare una cosa prima di tutte, permettere che questo tipo di imprese comunitarie possano avere più codici ateco primari, e dare loro una fiscalità differenziata, efficace, determinante per i territori”.