MANCANZA MEDICI DI BASE NELLE VALLI, UNCEM: L’ESTATE MOLTIPLICA IL PROBLEMA. LAVORO TRA MINISTERO E REGIONE NECESSARIO PER DARE ASSISTENZA E SENSO DI SICUREZZA
Mancano troppi medici nelle valli alpine e appenniniche. “Mancano medici di base e le guardie mediche notturne – spiega Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte – e l’estate amplia il problema che Uncem ha segnalato in molte lettere a Ministero della Salute e Assessorato regionale alla Sanità. Dal Ministero ci aspettavamo di più, in particolare a seguito delle missive Uncem trasmesse dopo i lockdown e nel corso della pandemia, nelle quali la nostra Associazione chiedeva di investire di più su medici e sanità territoriale. Invece i problemi aumentano. Aumenta il senso di insicurezza da parte di chi vive e frequenta i territori. Manca assistenza nei Comuni. E non è più solo un problema di alte valli e di centri più piccoli. I problemi sono diffusi”.
In Valle Stura sono rimasti solo tre medici per tutti i Comuni dell’asta. Nel Torinese, dal primo ottobre l’intera Valle Soana rimane definitivamente senza medico di base. Nelle Valli di Lanzo, i Sindaci sono pronti a una mobilitazione. “La mancanza di medici ha generato la soppressione della guardia medica notturna a Ceres e Viù – spiega la Sindaca di Viù, Daniela Majrano – È rimasto il servizio prefestivo e festivo. Sappiamo che lo spostamento su altre sedi porterà i pochi rimasti a lasciare e quindi ci attendiamo ulteriori tagli per l’autunno. Abbiamo segnalazioni di disagi. La guardia medica, se lo ritiene, gestisce telefonicamente il paziente e, ove lo ravvisa, consiglia il trasporto in ospedale. Alcuni pazienti, causa covid lo rifiutano. Sono in difficoltà anche i farmacisti, se la guardia medica non fa pervenire la prescrizione dei farmaci”. Germagnano, all’inizio delle Valli, segnala da un anno la mancanza del medico di base. La sindaca Mirella Mantini è sulle barricate. Molteplici i problemi in Valsesia. Sia nelle valli laterali come la Val Sermenza dove non vanno più medici, sia nella Val Grande, Scopello, Scopa dove i medici non raggiungono più a domicilio. “Abbiamo problemi anche nei centri più grossi tipo Borgosesia, 12mila abitanti, dove mancano medici e gli altri dottori presenti devono fare i salti mortali per assistere più persone possibili. E quando si cerca un medico in piattaforma, non è detto lo si trovi”, spiega Francesco Pietrasanta, Sindaco di Quarona e Presidente dell’Unione montana Valsesia. In Val Sessera, la situazione medici è peggiore.
Situazione complicata anche in Canavese. Fausto Francisca, Sindaco di Borgofranco d’Ivrea: “Il nostro territorio avrà grossi problemi con i medici di base, ne andranno in pensione nel giro di un anno almeno tre medici su sei, che gestiscono mutuati in nuove comuni di cui due non montani di bassa valle di oltre settemila abitanti complessivi, e sette montani. Nonostante le pressioni dei Sindaci sulle Asl, attualmente non sono previsti sostituti”.
A Pisano, nelle valli novaresi, fino al 2021 vi erano due medici di base, oggi ne rimane uno che fa ambulatorio un’ora la settimana. Affranto il Sindaco: non si riesce a trovare una soluzione. Gravi problematiche in Val Vigezzo e nelle Valli dell’Ossola. Scendendo nell’Alessandrino, Antonella Poggi (Sindaca di Ponti): “A novembre andrà in pensione il medico condotto. In contemporanea andranno in pensione anche altri due medici dei paesi vicini. Non sappiamo se saranno sostituti perché non ci sono medici disponibili”.
“È solo uno spaccato – evidenzia il Presidente Roberto Colombero – che evidenzia la gravità della situazione. Servono almeno cento medici di base nei 550 Comuni montani del Piemonte“.